protesi inversa di spalla

Protesi inversa di spalla: Una guida completa

La protesi inversa di spalla, detta anche protesi inversa spalla o protesi spalla inversa, rappresenta una rivoluzione nel trattamento chirurgico delle patologie avanzate e complesse della spalla, dove le metodiche tradizionali o le protesi convenzionali non sono in grado di garantire risultati soddisfacenti. Questa tecnica chirurgica innovativa altera la biomeccanica normale dell’articolazione della spalla, modificandone l’architettura in modo fondamentale.

Nella configurazione anatomica naturale della spalla, la testa dell’omero, di forma sferica, si articola con la cavità glenoidea della scapola, più piccola e poco profonda. La protesi inversa di spalla sovverte questa disposizione: la componente sferica viene fissata alla scapola, mentre la componente che ricrea la cavità viene collocata sull’omero. Questo scambio di posizioni consente di superare le limitazioni imposte dalla perdita di tessuti funzionali, come nel caso di gravi danni o l’assenza della cuffia dei rotatori, che in una spalla sana svolgono un ruolo cruciale nel mantenimento della stabilità e nel consentire un’ampia gamma di movimenti.

protesi inversa spalla

L’intento principale di questa soluzione protesica è di sfruttare la potenza del muscolo deltoide, che, grazie alla nuova configurazione dell’articolazione, diventa il principale motore del movimento della spalla, compensando la funzione persa dei muscoli della cuffia dei rotatori. Ciò si traduce in una maggiore stabilità dell’articolazione e in una capacità migliorata di sollevare il braccio e di eseguire movimenti che prima dell’intervento erano difficili o impossibili per il paziente.

La protesi inversa di spalla è particolarmente indicata per pazienti anziani con artrite grave dovuta a lesioni irreparabili della cuffia dei rotatori, ma trova applicazione anche in casi di fratture complesse dell’omero in persone di età avanzata o in situazioni dove interventi precedenti non hanno portato al risultato sperato. Grazie al suo design unico, questa protesi offre una soluzione promettente per ripristinare la funzionalità della spalla in casi altrimenti difficili da trattare, migliorando significativamente la qualità di vita dei pazienti.

Perché si fa la Protesi Inversa di Spalla

La protesi inversa di spalla viene impiegata come trattamento chirurgico in presenza di specifiche condizioni patologiche che colpiscono l’articolazione della spalla, dove le alternative terapeutiche standard o le protesi ortopediche tradizionali non sono in grado di offrire un miglioramento significativo. Queste condizioni includono situazioni di estrema gravità e complessità, che vanno oltre il semplice deterioramento articolare. Ecco una panorata dettagliata delle principali indicazioni per l’uso della protesi inversa di spalla:

  • Artrite Reumatoide Grave: L’artrite reumatoide è una malattia autoimmune cronica che causa infiammazione, dolore e progressiva distruzione delle articolazioni. Quando colpisce l’articolazione della spalla, può portare a una significativa perdita di funzionalità e a dolore intenso. La protesi inversa di spalla è indicata nei casi in cui l’artrite reumatoide ha causato una degenerazione tale da rendere inefficaci le soluzioni protesiche convenzionali, offrendo al paziente una possibilità di ridurre il dolore e recuperare una certa gamma di movimento.
  • Rottura Massiva della Cuffia dei Rotatori: La cuffia dei rotatori è un gruppo di muscoli e tendini che stabilizzano l’articolazione della spalla e consentono un’ampia gamma di movimenti. Lesione dei tendini della spalla possono provocare un tipo di artrite nota come artrite della cuffia dei rotatori, caratterizzata da dolore severo e limitazione funzionale significativa. La protesi inversa di spalla si rivela una soluzione efficace per questi pazienti, in quanto ristruttura l’articolazione in modo da utilizzare il muscolo deltoide per compensare la funzione perduta.
  • Risultati Insoddisfacenti da Precedenti Chirurgie Protesiche: In alcuni casi, interventi precedenti di sostituzione protesica della spalla non portano ai risultati sperati, sia in termini di riduzione del dolore che di recupero della funzionalità articolare. Ciò può verificarsi per vari motivi, tra cui l’insuccesso dell’impianto, l’infezione, o la progressione della malattia. La protesi inversa di spalla offre una seconda chance, presentando una strategia alternativa che può superare le complicazioni o le limitazioni incontrate con la protesi tradizionale.
  • Fratture Complesse dell’Omero nei Pazienti Anziani: Le fratture complesse dell’omero, l’osso del braccio che si articola con la scapola nella spalla, possono essere particolarmente problematiche nei pazienti anziani, nei quali la guarigione ossea è spesso rallentata e la chirurgia riparativa tradizionale può non essere efficace. La protesi inversa di spalla è indicata in questi casi come un’opzione chirurgica capace di fornire stabilità all’articolazione e migliorare la funzionalità del braccio, anche in presenza di tessuto osseo di qualità inferiore o di ridotte capacità di guarigione.

L’Intervento Chirurgico protesi inversa di spalla, come avviene?

L’intervento chirurgico per l’impianto di una protesi inversa spalla è un procedimento sofisticato che mira a ripristinare la funzionalità e alleviare il dolore in pazienti con gravi patologie della spalla. Il successo di tale intervento dipende dalla precisione chirurgica, dall’esperienza del team medico e da una preparazione accurata. Ecco una panoramica dettagliata del processo chirurgico:

Prima dell’intervento, il paziente sottopone a una valutazione completa che include esami fisici, studi di imaging come la radiografia o la risonanza magnetica e analisi del sangue. Questo permette di pianificare l’intervento con precisione e di identificare eventuali fattori che potrebbero influenzare l’operazione o la riabilitazione. Il paziente viene sottoposto ad anestesia generale, che lo mantiene addormentato e indolore durante tutta la durata dell’operazione. In alcuni casi, può essere applicata anche un’anestesia locale supplementare per gestire meglio il dolore post-operatorio.

L’intervento inizia con una incisione sulla spalla, generalmente lungo la parte anteriore dell’articolazione, per fornire l’accesso alla cavità glenoidea della scapola e all’omero. La lunghezza e la posizione precisa dell’incisione possono variare a seconda delle specifiche tecniche preferite dal chirurgo e dalle condizioni anatomiche del paziente.

Dopo aver esposto l’articolazione, il chirurgo procede alla rimozione della testa danneggiata dell’omero. Successivamente, prepara la cavità glenoidea della scapola per accogliere la nuova componente sferica della protesi. Questo passaggio può richiedere la rimozione di tessuto osseo aggiuntivo per garantire una corretta adattabilità e funzionalità della protesi.

Con la preparazione delle superfici articolari completata, il chirurgo impianta la componente protesica omerale (cavità) e quella scapolare (sfera). Questi componenti sono solitamente fissati all’osso tramite cemento osseo o mediante un meccanismo di incastramento press-fit che permette la crescita ossea attorno alla protesi per una stabilità a lungo termine. La posizione e l’orientamento di queste componenti sono cruciali per garantire la massima funzionalità dell’articolazione dopo l’intervento.

Una volta inserite le componenti protesiche, il chirurgo testa la mobilità dell’articolazione per assicurarsi che la protesi funzioni correttamente. Segue la sutura dell’incisione con punti o graffette e l’applicazione di un bendaggio sterile. Il paziente viene quindi trasferito in una stanza di risveglio dove viene monitorato mentre esce dall’anestesia.

Dopo l’operazione, inizia un programma di riabilitazione personalizzato per recuperare forza e mobilità, che è cruciale per il successo a lungo termine della protesi inversa di spalla.

protesi spalla inversa

Protesi inversa di spalla: La Riabilitazione Post-Intervento

La riabilitazione post-intervento di una protesi inversa di spalla è un processo cruciale che gioca un ruolo determinante nel determinare il successo dell’intervento chirurgico. Questo periodo di recupero mira a massimizzare il recupero funzionale dell’articolazione, ridurre il dolore e prevenire le complicazioni. La riabilitazione è tipicamente suddivisa in diverse fasi, ciascuna con obiettivi specifici e esercizi adeguati al livello di recupero del paziente.

Nelle prime 24-48 ore dopo l’intervento, l’obiettivo principale è ridurre il gonfiore e gestire il dolore. I pazienti vengono incoraggiati a eseguire movimenti leggeri delle dita, del polso e del gomito per promuovere la circolazione e prevenire la formazione di coaguli di sangue. L’uso di ghiaccio e di farmaci antinfiammatori può aiutare a controllare l’infiammazione.

Durante le prime settimane, l’attenzione si sposta sul recupero della mobilità articolare senza compromettere l’integrità della protesi. Gli esercizi di mobilizzazione passiva, condotti da un fisioterapista, sono cruciali in questa fase. Il paziente può iniziare a utilizzare l’arto per attività leggere, seguendo sempre le indicazioni del chirurgo e del fisioterapista per evitare movimenti che potrebbero mettere a rischio l’impianto.

Dopo le prime settimane, una volta che il dolore inizia a diminuire e l’articolazione diventa più stabile, si introducono esercizi più attivi. Questi includono la mobilizzazione attiva, durante la quale il paziente muove l’articolazione della spalla senza assistenza, ma ancora entro limiti sicuri. In questa fase, è importante lavorare anche sulla coordinazione e sul controllo motorio per preparare la spalla a gestire carichi maggiori.

La fase avanzata si concentra sul rafforzamento muscolare e sul recupero completo della funzionalità. Gli esercizi diventano progressivamente più impegnativi e possono includere l’uso di pesi leggeri o bande elastiche per aumentare la resistenza. L’obiettivo è rafforzare non solo i muscoli deltoidei, ma anche quelli scapolari e i muscoli che supportano l’articolazione della spalla nel suo complesso.

Una volta raggiunto un buon livello di recupero, è fondamentale continuare con un programma di esercizi di mantenimento per conservare la forza muscolare, la mobilità e prevenire future lesioni. Questo può includere esercizi specifici, sport a basso impatto o attività fisica regolare, sempre seguendo le linee guida del team di cura.

La collaborazione tra il paziente, il chirurgo e il fisioterapista è essenziale in tutto il processo di riabilitazione. Una comunicazione aperta aiuta a personalizzare il programma di recupero in base alle esigenze individuali del paziente, ottimizzando così i risultati funzionali e migliorando la qualità della vita post-intervento. pero.

Esercizi Pratici per la Riabilitazione della Protesi Inversa di Spalla

Fase Iniziale: Mobilizzazione Passiva e Attiva

Pendoli: Inclinandosi in avanti, appoggiarsi con una mano a un tavolo, lasciando pendere liberamente il braccio operato. Eseguire delicati movimenti oscillatori avanti e indietro e da un lato all’altro per promuovere la mobilità senza sforzare la spalla.

Rotazione passiva con bastone: Seduti o in piedi, utilizzare un bastone tenuto con entrambe le mani per guidare dolcemente il braccio operato in movimenti di rotazione esterna ed interna, mantenendo il gomito vicino al corpo.

Fase di Rafforzamento

Sollevamenti laterali con elastico: Stand con l’elastico fissato a un punto basso o tenendolo sotto il piede opposto, sollevare il braccio lateralmente fino all’altezza della spalla e poi abbassarlo lentamente. Questo esercizio rafforza i muscoli deltoidei e i stabilizzatori della scapola.

Rotazione esterna ed interna con elastico: Fissare un elastico a un punto stabile all’altezza della vita. Per la rotazione esterna, tenere l’elastico con il braccio operato e ruotare il braccio verso l’esterno mantenendo il gomito vicino al corpo. Invertire la posizione per la rotazione interna. Questi esercizi migliorano la forza e la stabilità dell’articolazione della spalla.

Esercizi di Flessione ed Estensione

Flessione assistita con bastone: Seduti o in piedi, utilizzare un bastone con entrambe le mani per sollevare il braccio operato sopra la testa, assistendo il movimento con il braccio sano. Questo aiuta a incrementare l’ampiezza di movimento in flessione.

Estensione del braccio con elastico: Con l’elastico ancorato davanti a sé, tenere l’elastico con il braccio operato e spingere verso il basso e all’indietro, estendendo il braccio. Questo esercizio aiuta a rafforzare i muscoli posteriori della spalla.

Ogni esercizio dovrebbe essere eseguito con cautela, prestando attenzione a qualsiasi segnale di dolore o disagio e consultando sempre il fisioterapista o il medico per assicurarsi che gli esercizi siano adatti al proprio specifico stadio di recupero.

Conclusione 

La protesi inversa di spalla rappresenta un intervento chirurgico all’avanguardia che offre una soluzione efficace per coloro che soffrono di patologie gravi e complesse della spalla, come l’artrite reumatoide avanzata, le rotture massive e irreparabili della cuffia dei rotatori, gli insuccessi di precedenti interventi protesici e le fratture complesse dell’omero, soprattutto negli anziani. Attraverso il ribaltamento della meccanica convenzionale dell’articolazione della spalla, questa tecnica permette di sfruttare la forza del muscolo deltoide, migliorando la stabilità articolare e consentendo ai pazienti di recuperare un’ampia gamma di movimenti che erano stati compromessi.

L’intervento richiede un’elevata competenza chirurgica e viene seguito da un periodo di riabilitazione strutturato e personalizzato, essenziale per garantire il successo dell’operazione. Questa fase di recupero si avvale di una serie di esercizi progressivi, che vanno dalla mobilizzazione passiva fino al rafforzamento muscolare, progettati per restituire ai pazienti la massima funzionalità possibile dell’articolazione trattata.

Nonostante le sfide poste dalla convalescenza e dalla necessità di un impegno costante nel programma di riabilitazione, i risultati a lungo termine dell’intervento di protesi inversa di spalla possono significare un notevole miglioramento della qualità di vita per i pazienti. Essi possono aspettarsi una riduzione significativa del dolore, un incremento della forza e una maggiore indipendenza nelle attività quotidiane.

In conclusione, la protesi inversa di spalla si conferma come una soluzione preziosa e innovativa nel panorama delle opzioni terapeutiche per le patologie avanzate della spalla, apportando benefici tangibili a pazienti che, altrimenti, avrebbero poche alternative per il recupero della funzionalità articolare e della qualità di vita.

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Bibliografia