esercizi per artrosi alle mani

Esercizi Per Artrosi alle Mani: Guida Fisioterapica Completa

L’artrosi alle mani, da cui si possono fare gli esercizi per artrosi alle mani, come ci racconta il dott. Stefano Diprè fisioterapista a domicilio a Milano, rappresenta una delle forme più comuni di artrosi, in particolare tra le donne dopo i cinquant’anni. Questa condizione degenerativa colpisce le articolazioni delle dita e del pollice, come le interfalangee distali e prossimali, nonché la prima articolazione carpo-metacarpale alla base del pollice.

Col tempo, la cartilagine articolare si consuma progressivamente, provocando dolore, rigidità e una limitazione crescente nei movimenti più fini della mano. Sebbene non sia possibile invertire completamente il processo degenerativo, la fisioterapia e, in particolare, un programma ben strutturato di esercizi terapeutici, possono aiutare a gestire i sintomi e mantenere una buona funzionalità.

Esercizi Per Artrosi alle Mani: Sintomi e Fattori di Rischio

L’artrosi della mano, con conseguente esercizi per artrosi mani, si manifesta con un insieme di sintomi che evolvono lentamente nel tempo e che, se trascurati, possono compromettere in modo significativo la qualità della vita. I segni iniziali sono spesso subdoli: una lieve difficoltà nel compiere gesti quotidiani come afferrare una tazza o aprire un barattolo, una sensazione di rigidità al risveglio che tende a migliorare nell’arco della giornata, o ancora un vago fastidio localizzato alla base del pollice o alle ultime falangi delle dita. Questo stadio iniziale viene talvolta sottovalutato, poiché il dolore è intermittente e non sempre invalidante.

Con il progredire della patologia, i sintomi diventano più marcati. Il dolore tende a comparire anche a riposo, in particolare dopo sforzi o movimenti ripetitivi. Si associano gonfiore articolare, soprattutto in prossimità delle interfalangee distali e prossimali, e si osservano deformità progressive delle dita, tra cui i noduli di Heberden (sulle articolazioni distali) e quelli di Bouchard (sulle prossimali). Questi ingrossamenti ossei, oltre a modificare l’estetica della mano, alterano anche la biomeccanica articolare, rendendo difficile l’esecuzione di movimenti fini e precisi.

Un altro segno distintivo è la riduzione della forza muscolare. Il paziente riferisce difficoltà nel compiere azioni che richiedono una presa salda, come svitare un tappo o portare una borsa. Il pollice, quando è coinvolto l’articolazione trapezio-metacarpale, perde gradualmente la capacità di opposizione e di stabilizzazione, rendendo problematica la presa a pinza con l’indice. A questo si somma spesso un senso di affaticamento precoce della mano, anche dopo attività di breve durata.

Dal punto di vista funzionale, l’impatto dell’artrosi varia in base al numero e al tipo di articolazioni colpite. Quando le deformazioni sono estese e il dolore è cronico, le limitazioni possono riguardare anche l’igiene personale, l’alimentazione, l’abbigliamento e la scrittura. In molti pazienti si osserva un evitamento progressivo dell’uso della mano dominante per paura del dolore, con conseguente disuso e ulteriore peggioramento della funzione.

Le cause dell’artrosi della mano sono multifattoriali. Il principale fattore di rischio è l’età: con l’invecchiamento, la cartilagine articolare va incontro a una degenerazione fisiologica. Il sesso femminile è particolarmente predisposto, soprattutto dopo la menopausa, probabilmente a causa della diminuzione degli estrogeni, che hanno un ruolo protettivo sulle articolazioni. Esiste anche una componente genetica: chi ha familiari con artrosi delle mani ha maggiori probabilità di svilupparla.

Tra i fattori predisponenti vi sono anche i microtraumi ripetuti, tipici di professioni manuali, lavori domestici, sartoria, artigianato e uso prolungato di tastiere e dispositivi elettronici. Alcuni studi suggeriscono un’associazione tra l’artrosi trapezio-metacarpale e l’uso cronico della mano in posizione di pinching statico, come avviene nei parrucchieri o nei dentisti. Anche precedenti fratture o lussazioni delle dita possono alterare la meccanica articolare e accelerare il processo degenerativo.

È infine importante considerare che l’artrosi non colpisce tutte le articolazioni con la stessa intensità. Mentre le interfalangee distali e la base del pollice sono frequentemente coinvolte, il polso è meno spesso interessato in forma primaria. Tuttavia, alterazioni dell’asse biomeccanico o instabilità di una singola articolazione possono avere ripercussioni a cascata su tutta la funzionalità della mano.

artosi mano esercizi

Esercizi Per Artrosi alle Mani: Differenze con Artrite Reumatoide

Quando si parla di esercizi per artrosi mani o artrosi mani esercizi, è importante distinguere tra artrosi e artrite reumatoide. Sebbene possano condividere sintomi come dolore, gonfiore e rigidità articolare, le due patologie hanno un’origine, una progressione e un trattamento profondamente diversi.

L’artrite reumatoide, con conseguente riabilitazione reumatologica,  è una malattia infiammatoria sistemica di origine autoimmune, che coinvolge spesso in modo simmetrico le piccole articolazioni delle mani e dei polsi. Diversamente dall’artrosi, non è legata al deterioramento meccanico della cartilagine, bensì a un processo infiammatorio cronico che colpisce la membrana sinoviale, causando ispessimento, accumulo di liquido infiammatorio e danno progressivo alle strutture articolari e periarticolari. Il risultato è una deformazione spesso marcata delle articolazioni e una compromissione precoce della funzionalità.

Dal punto di vista fisioterapico, il trattamento richiede precauzioni e adattamenti specifici. Nella fase acuta, in cui prevalgono dolore intenso, gonfiore e rigidità marcata, l’obiettivo principale è la protezione articolare. Si preferiscono quindi esercizi passivi dolci, movimenti assistiti e tecniche di rilassamento, evitando qualsiasi attività che generi sforzo meccanico o aumenti il carico infiammatorio. In questa fase, le ortesi di riposo svolgono un ruolo chiave per immobilizzare temporaneamente le articolazioni più dolenti e contenere l’infiammazione.

Con la progressiva risoluzione dell’infiammazione e il passaggio alla fase subacuta, si può iniziare a introdurre esercizi attivi, ma sempre mantenendo un carico basso e monitorando costantemente la risposta del paziente. I movimenti devono essere fluidi, simmetrici e spesso assistiti, con l’obiettivo di preservare l’escursione articolare e prevenire l’anchilosi. È utile privilegiare esercizi in catena cinetica chiusa o in acqua, dove il carico gravitazionale è ridotto.

Nella fase cronica, se la patologia è stabilizzata e il trattamento farmacologico ha ottenuto un buon controllo della malattia, è possibile lavorare più attivamente sulla forza, la coordinazione e la funzionalità fine. Tuttavia, rispetto all’artrosi, il fisioterapista deve considerare la maggiore instabilità articolare, la presenza di sublussazioni e deformità strutturate. Gli esercizi vanno quindi sempre adattati e possono includere: movimenti di scivolamento articolare con supporto, utilizzo di elastici a bassa resistenza, esercizi di pinza con palline di spugna molto morbida, e attività di manipolazione fine come ordinare piccoli oggetti o utilizzare utensili ergonomici.

Infine, l’educazione terapeutica è imprescindibile: i pazienti con artrite reumatoide devono imparare a riconoscere i segni di un flare-up, a usare correttamente gli ausili e a modificare l’ambiente domestico per ridurre il carico sulle articolazioni. La sinergia con il reumatologo, l’ergoterapista e il fisioterapista è essenziale per mantenere l’autonomia e rallentare la progressione della disabilità.

Esercizi Per Artrosi alle Mani: Il Ruolo della Fisioterapia

Contrariamente alla convinzione diffusa, il movimento, se ben dosato e controllato, non danneggia ulteriormente le articolazioni artrosiche. Al contrario, numerosi studi confermano che l’esercizio terapeutico stimola la produzione di liquido sinoviale, migliora la nutrizione articolare e contribuisce a ridurre la percezione del dolore grazie a meccanismi centrali di inibizione nocicettiva. In altre parole, muoversi in modo corretto aiuta a curarsi.

Gli esercizi per artrosi mano hanno diversi obiettivi. In primo luogo, mirano a ridurre la rigidità articolare e il dolore. Ma vanno ben oltre: servono a mantenere o recuperare la mobilità, a rinforzare i muscoli intrinseci ed estrinseci della mano, a migliorare la coordinazione e, soprattutto, a consentire al paziente di continuare a svolgere le attività della vita quotidiana in modo autonomo. Ogni esercizio deve essere scelto con attenzione, tenendo conto del livello di infiammazione, della forza residua e della presenza o meno di deformità articolari.

Un piano fisioterapico efficace per il trattamento dell’artrosi alle mani deve fondarsi su tre pilastri: mobilizzazione articolare, rinforzo muscolare e recupero della funzione fine. Questi interventi devono essere integrati in un programma personalizzato, che tenga conto dello stadio clinico del paziente, della localizzazione dei sintomi e della tolleranza al carico. Nelle righe che seguono esploreremo con precisione come strutturare un trattamento fisioterapico completo, accompagnato da esempi pratici di esercizi, suddivisi per finalità clinica.

Mobilizzazione articolare: ripristinare il movimento

La mobilità articolare rappresenta la base di ogni piano terapeutico. In presenza di artrosi, le strutture capsulo-legamentose tendono ad irrigidirsi, compromettendo l’escursione articolare. Esercizi quotidiani di flesso-estensione delle dita, eseguiti lentamente e senza dolore, permettono di mantenere l’articolarità residua. Un esercizio basilare consiste nell’aprire e chiudere lentamente la mano, immaginando di afferrare una spugna d’acqua calda: la chiusura non deve essere forzata, e l’apertura va enfatizzata per contrastare la tendenza alla semiflessione.

Per migliorare la mobilità del pollice, fondamentale nella funzione prensile, l’esercizio di opposizione è uno dei più indicati: consiste nel toccare con la punta del pollice, uno per volta, gli altri polpastrelli. Questo gesto va ripetuto lentamente, mantenendo il contatto per almeno 2 secondi, e curando la traiettoria del movimento. In alternativa, si può utilizzare l’altra mano per guidare delicatamente il pollice in una mobilizzazione passiva.

Rinforzo muscolare: supportare le articolazioni

Il rinforzo muscolare contribuisce a stabilizzare le articolazioni e a compensare la perdita di forza tipica delle fasi avanzate della patologia. Un esercizio semplice e molto efficace prevede l’uso di una spugna morbida: il paziente stringe lentamente l’oggetto tra il palmo e le dita, mantenendo la contrazione per 5 secondi, per poi rilasciare. Questo tipo di esercizio isometrico è particolarmente indicato in fase iniziale e nei giorni in cui il dolore è più marcato.

Per rinforzare i muscoli estensori, spesso trascurati, si può impiegare un elastico posizionato attorno alle dita. L’obiettivo è quello di aprire le dita contro la resistenza elastica, stimolando la muscolatura dorsale. Le ripetizioni devono essere lente e controllate, con particolare attenzione alla simmetria del gesto. Questo esercizio migliora l’equilibrio muscolare e contribuisce alla stabilità articolare.

Anche il pollice necessita di un rinforzo specifico. Utilizzando una piccola pallina di gomma, si chiede al paziente di esercitare una pressione tra il pollice e l’indice (pinch), poi tra il pollice e il medio, e infine con l’anulare. Questo esercizio serve a stimolare i muscoli opponenti e a migliorare la forza selettiva.

Coordinazione e funzione fine: recuperare l’autonomia

Oltre a mobilità e forza, l’artrosi altera profondamente la capacità di compiere gesti precisi e coordinati. Per allenare la destrezza, è utile proporre esercizi di manipolazione: un esempio classico è quello di spostare piccole monete da un contenitore a un altro, utilizzando solo il pollice e l’indice. Questo esercizio, ripetuto con variazione di oggetti (bottoni, perline, clip), allena anche l’adattabilità sensoriale e la pianificazione motoria.

In chiave funzionale, un esercizio particolarmente indicato è la simulazione delle attività quotidiane. Abbottonare e sbottonare una camicia, chiudere una zip, scrivere con una penna spessa o usare le posate rappresentano non solo esercizi riabilitativi, ma anche occasioni per monitorare i reali progressi funzionali.

Rilassamento e stretching: ridurre la tensione

Il lavoro sul rilassamento muscolare ha un duplice obiettivo: contrastare la rigidità e offrire un momento di sollievo. L’automassaggio palmare è una tecnica molto apprezzata: con la mano opposta, si compiono movimenti circolari lenti nel palmo e alla base del pollice, stimolando la circolazione e il rilascio fasciale.

Lo stretching degli estensori e dei flessori delle dita può essere svolto passivamente, mantenendo ciascun dito in flessione o estensione per almeno 20-30 secondi. È importante non forzare mai il movimento e rispettare il feedback del paziente.

Frequenza e progressione: quanto e come esercitarsi

La frequenza degli esercizi deve adattarsi allo stato clinico. In fase iniziale, è sufficiente una seduta quotidiana di circa 10-15 minuti. Con il miglioramento della tolleranza e della funzione, si possono introdurre due sessioni giornaliere. Ogni esercizio va eseguito per 10-12 ripetizioni, mantenendo la lentezza del gesto e la consapevolezza del movimento.

Un dolore che perdura oltre due ore dopo l’esercizio rappresenta un segnale di sovraccarico. In questi casi, è opportuno ridurre l’intensità o il numero di ripetizioni, e valutare l’eventuale presenza di infiammazione acuta. La regolarità è più importante dell’intensità: anche brevi routine quotidiane, se costanti, possono produrre cambiamenti significativi.

Il successo di ogni percorso fisioterapico dipende dalla personalizzazione dell’intervento, dalla motivazione del paziente e dalla continuità dell’esecuzione. Il fisioterapista ha il compito di educare, adattare, monitorare e sostenere il paziente lungo tutto il processo, creando un’alleanza terapeutica basata sulla fiducia e sull’evidenza.

Esercizi Per Artrosi alle Mani: Frequenza, Progressione e Approccio Integrato

La cosiddetta “ginnastica per le mani artrosiche” o “artrosi mano esercizi”dovrebbe diventare parte integrante della quotidianità. Bastano 10-15 minuti al giorno, suddivisi in due sessioni, per ottenere benefici tangibili. La progressione deve essere graduale: si inizia con poche ripetizioni e si aumenta nel tempo, evitando sempre di eseguire esercizi che provocano dolore persistente. Un dolore che perdura oltre le due ore dall’esercizio è un segnale che il carico va rivisto.

Ogni fase dell’artrosi richiede strategie diverse. All’inizio si lavora soprattutto con esercizi isometrici e con l’educazione al risparmio articolare. Gli esercizi isometrici, che consistono nel contrarre i muscoli senza muovere l’articolazione, aiutano a preservare la forza senza stressare le strutture infiammate. Un esempio utile consiste nel premere delicatamente il palmo contro una superficie rigida e mantenere la contrazione per 5-10 secondi, senza generare dolore. Possono essere utili anche ortesi notturne, specialmente per il pollice, al fine di prevenire deformità.

Quando la patologia entra nella fase intermedia, si può introdurre un lavoro più attivo. Ad esempio, la compressione di una pallina morbida oppure l’utilizzo di elastici per aprire le dita contro resistenza diventano strategie utili per stimolare la muscolatura senza sovraccaricare le articolazioni. Gli esercizi devono essere eseguiti con attenzione alla qualità del movimento e alla coordinazione tra i distretti coinvolti.

Nelle fasi più avanzate, l’obiettivo è preservare l’autonomia del paziente. Gli esercizi devono essere orientati alla funzione: gesti come abbottonarsi la camicia, maneggiare oggetti piccoli o simulare attività quotidiane diventano parte integrante del piano terapeutico. In questa fase può essere utile anche la prescrizione di ausili ergonomici, come penne adattate o apribarattoli, per facilitare l’autonomia.

Un trattamento fisioterapico completo non si limita agli esercizi. Può includere anche terapie fisiche come la paraffina calda, utile per ridurre la rigidità, o l’ultrasuono per il trattamento delle sinoviti localizzate. L’educazione terapeutica gioca un ruolo cruciale: insegnare al paziente come proteggere le articolazioni, quali movimenti evitare e come adattare l’ambiente domestico può fare la differenza nel lungo termine.

Vale la pena ricordare che gli esercizi per le mani non sono indicati solo nei casi patologici. Anche soggetti sani possono trarne grande beneficio. Chi lavora molte ore al computer, chi suona strumenti musicali o esegue lavori di precisione può prevenire disturbi futuri con una semplice routine quotidiana di mobilità, stretching e rinforzo leggero. Bastano pochi minuti al giorno per mantenere l’efficienza neuromuscolare e prevenire sindromi da sovraccarico.

Conclusioni

In conclusione, l’artrosi alle mani non deve essere vista come una condanna all’immobilità. La fisioterapia offre strumenti concreti per affrontarla in modo attivo e consapevole. Una routine quotidiana di esercizi, personalizzata sulle esigenze del paziente, può rallentare la progressione della patologia, migliorare la qualità della vita e, soprattutto, restituire fiducia nella capacità di affrontare anche i gesti più semplici della quotidianità. Muoversi è, a tutti gli effetti, una forma di cura.

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Bibliografia