
Lesione Di Stener: Dal Trauma alla Riabilitazione
La lesione di Stener, spesso erroneamente chiamata lesione di Steiner, come ci spiega il dott. Diprè Stefano, fisioterapista a Milano, è una condizione traumatica specifica che interessa il legamento collaterale ulnare del pollice. Tale lesione si distingue per la dislocazione e intrappolamento del capo prossimale del legamento sotto l’aponeurosi dell’adduttore del pollice, impedendo di fatto una guarigione spontanea e rendendo necessario un trattamento specifico.
La lesione di Stener si verifica quando, a seguito di un trauma improvviso, il legamento collaterale ulnare del pollice si lacera completamente e viene spinto al di sopra dell’aponeurosi del muscolo adduttore. Questa particolare interposizione anatomica impedisce al legamento del pollice di riposizionarsi nella sua sede originaria, precludendo così la possibilità di una guarigione naturale e spontanea.
Cause della Lesione di Stener
La lesione di Stener si verifica generalmente in seguito a un trauma diretto o indiretto che forza il pollice verso una posizione estrema di abduzione e iperestensione. Il meccanismo più tipico prevede una sollecitazione violenta e improvvisa che supera la normale capacità di tenuta del legamento collaterale ulnare dell’articolazione metacarpo-falangea.
Nella maggior parte dei casi, la dinamica traumatica è associata a sport che comportano un rischio elevato di traumi contusivi o movimenti bruschi e incontrollati del pollice, come lo sci (conosciuta anche come “pollice dello sciatore”), il basket, la pallamano, il rugby e altri sport di contatto. Nel caso dello sci, ad esempio, l’infortunio si verifica frequentemente quando l’atleta cade con il bastoncino ancora impugnato, provocando una leva che spinge violentemente il pollice verso l’esterno, danneggiando il legamento collaterale ulnare.
Anche attività non sportive, ma comunque caratterizzate da forze esterne improvvise e innaturali sul pollice, possono determinare la lesione Stener. Tra queste, frequenti sono gli incidenti domestici come cadute con mano aperta e pollice esteso, oppure traumi lavorativi, specialmente nelle mansioni manuali pesanti o nell’utilizzo improprio di strumenti e macchinari che possono sottoporre il pollice a un carico biomeccanico eccessivo.
La peculiarità della lesione di Steiner risiede nel fatto che, durante il trauma, l’estremità prossimale del legamento collaterale ulnare lesionato si disloca superficialmente rispetto all’aponeurosi dell’adduttore breve del pollice, impedendo così la naturale cicatrizzazione e la guarigione spontanea della struttura ligamentosa. Questo specifico meccanismo anatomico rende la lesione di Steiner particolarmente complessa e difficile da trattare conservativamente, richiedendo spesso un approccio chirurgico per ristabilire l’integrità anatomica e funzionale del pollice.
Dal punto di vista biomeccanico, la forza necessaria a produrre la lesione di Stener è solitamente significativa e ben al di sopra dei limiti fisiologici, causando una completa o parziale rottura del legamento del pollice con dislocazione dei monconi ligamentosi, determinando instabilità, dolore intenso e importante deficit funzionale del pollice stesso.
Sintomi della Lesione di Stener
I sintomi clinici della lesione di Stener si manifestano tipicamente in maniera evidente e distintiva, caratterizzandosi per una serie di segni che possono compromettere significativamente la funzionalità della mano. Di seguito ne proponiamo una descrizione dettagliata ed esaustiva:
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Dolore acuto e localizzato alla base del pollice:
Subito dopo l’evento traumatico, la persona avverte un dolore intenso e pungente, localizzato specificamente nella zona prossimale del pollice, vicino alla regione articolare metacarpo-falangea. Questo dolore tende a intensificarsi con i movimenti o con la palpazione dell’area interessata. -
Gonfiore ed edema significativo:
Poco tempo dopo il trauma, la base del pollice appare visibilmente gonfia a causa dell’edema che si sviluppa rapidamente nei tessuti molli circostanti. L’edema è generalmente ben evidente e palpabile, conferendo alla zona interessata un aspetto tumefatto e spesso deformato. -
Ematoma locale:
Frequentemente si osserva la comparsa di un ematoma sottocutaneo, che si manifesta con una colorazione bluastra o violacea della pelle, conseguenza del sanguinamento interno derivante dalla lesione dei vasi sanguigni durante il trauma. Questo ematoma può estendersi progressivamente lungo il pollice e il dorso della mano nei giorni successivi. -
Sensazione di instabilità articolare:
Una delle caratteristiche più specifiche della lesione di Steiner è la percezione di instabilità o “lassità” dell’articolazione metacarpo-falangea del pollice. La persona riferisce una sensazione di cedimento o mancato controllo articolare, specialmente quando tenta di muovere il pollice lateralmente o durante la presa di oggetti. -
Difficoltà e dolore durante la presa:
A causa della compromissione della stabilità e della forza articolare, il paziente ha difficoltà marcate nell’afferrare o mantenere la presa di oggetti, anche piccoli e leggeri. Attività quotidiane semplici, come scrivere, aprire una bottiglia o utilizzare utensili da cucina, diventano molto difficoltose e dolorose. -
Limitazione della mobilità articolare del pollice:
La mobilità del pollice risulta fortemente limitata, specialmente nell’abduzione e nell’opposizione. Queste limitazioni sono accompagnate da dolore e rigidità che impediscono movimenti funzionali, riducendo significativamente l’autonomia del paziente.
Questa presentazione sintomatica tipica rende necessaria una valutazione tempestiva da parte di uno specialista ortopedico o fisioterapico, al fine di confermare la diagnosi clinica e avviare un intervento terapeutico mirato, prevenendo complicanze croniche e disabilità permanenti.
Diagnosi della Lesione di Stener
La diagnosi della lesione di Stener richiede un approccio metodico e approfondito, che combina accuratamente la valutazione clinica con l’utilizzo di tecniche diagnostiche strumentali avanzate. Questo percorso diagnostico è fondamentale per identificare con certezza la presenza della lesione, definirne la gravità e stabilire la strategia terapeutica più adeguata. Di seguito viene proposta una descrizione dettagliata ed esaustiva delle diverse fasi del processo diagnostico:
1. Esame clinico approfondito
L’esame clinico rappresenta il primo passo essenziale nella valutazione di una sospetta lesione di Stener. Questo esame si basa principalmente sul test di stress in valgismo del pollice, effettuato dall’ortopedico o dal fisioterapista specializzato.
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Modalità di esecuzione del test:
Il paziente viene posto con la mano interessata rilassata; il clinico stabilizza con una mano il primo metacarpo, mentre con l’altra applica una forza delicata e progressiva verso l’esterno (in valgismo) sulla falange prossimale del pollice. Questo movimento consente di valutare l’integrità del legamento collaterale ulnare (LCU). -
Criteri diagnostici clinici:
L’osservazione principale del test è la presenza di una lassità articolare anomala, con un movimento articolare laterale chiaramente superiore rispetto al lato sano. Questa instabilità si accompagna frequentemente a dolore localizzato intenso. Una deviazione superiore a circa 30° rispetto alla norma, associata alla presenza di una resistenza molto limitata o assente (sensazione di “vuoto articolare”), è altamente indicativa di una lesione significativa del legamento collaterale ulnare, spesso associata al fenomeno di Stener.
2. Ecografia muscolo-scheletrica
La seconda fase della diagnosi prevede l’utilizzo dell’ecografia muscolo-scheletrica, tecnica strumentale altamente accessibile e non invasiva, in grado di fornire dettagli importanti riguardo alla situazione dei tessuti molli circostanti il pollice:
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Cosa permette di visualizzare l’ecografia:
L’esame ecografico consente una valutazione precisa dei tessuti molli, visualizzando l’interposizione caratteristica della lesione di Stener, in cui il moncone prossimale del legamento lesionato si ripiega e viene intrappolato superficialmente alla banderella aponeurotica dell’adduttore del pollice, impedendo la naturale guarigione. -
Aspetti ecografici caratteristici:
Durante l’ecografia si può evidenziare chiaramente il legamento interrotto, il gap tra i monconi legamentosi, la presenza del tessuto interposto e l’edema diffuso dei tessuti molli circostanti. La presenza di questo tessuto intrappolato costituisce il segno distintivo, ovvero il segno ecografico della lesione di Stener.
3. Risonanza Magnetica (RM)
La risonanza magnetica rappresenta il gold standard diagnostico, ovvero l’esame di riferimento per confermare definitivamente la presenza e la gravità della lesione di Stener, oltre che per escludere altre patologie associate:
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Dettaglio anatomico avanzato:
La RM permette una visione chiara e dettagliata di tutte le strutture coinvolte nella lesione. È in grado di confermare con precisione la rottura completa o parziale del legamento collaterale ulnare, evidenziando chiaramente la presenza di interposizione del tessuto aponeurotico tipico della lesione di Stener. -
Definizione precisa del grado di lesione:
Tramite la RM è possibile classificare accuratamente la lesione, distinguendo tra lesioni parziali, lesioni complete isolate o associate ad altre strutture, e definire l’entità del danno tessutale e dei processi infiammatori associati (edema osseo, versamento articolare, ematoma intrarticolare). -
Pianificazione chirurgica:
La risonanza magnetica svolge inoltre un ruolo fondamentale nella pianificazione dell’intervento chirurgico, qualora necessario, fornendo una chiara mappa anatomica per l’eventuale riparazione legamentosa o ricostruzione del legamento stesso.
L’integrazione accurata e sistematica di queste tre fasi diagnostiche (esame clinico, ecografia muscolo–scheletrica e risonanza magnetica) rappresenta il protocollo ottimale per raggiungere una diagnosi precisa, affidabile e completa della lesione di Stener. Tale approccio consente di stabilire rapidamente e con sicurezza il percorso terapeutico migliore, garantendo al paziente il miglior risultato clinico possibile e una ripresa funzionale completa.
Trattamento della Lesione di Stener
La lesione di Stener richiede generalmente un intervento chirurgico precoce, idealmente entro 2-3 settimane dal trauma, per ottimizzare i risultati clinici e funzionali. Il trattamento chirurgico prevede il reinserimento diretto del legamento collaterale ulnare del pollice, utilizzando tecniche avanzate quali sutura diretta o fissazione mediante ancorette ossee. Questo approccio permette una guarigione anatomica accurata, essenziale per il pieno recupero della stabilità e funzionalità del pollice.
Ruolo essenziale della fisioterapia nella Lesione di Stener
La fisioterapia svolge un ruolo imprescindibile nel percorso riabilitativo della lesione di Stener, intervenendo attivamente sia nella fase pre-operatoria che in quella post-operatoria. L’obiettivo principale è massimizzare il recupero funzionale, minimizzare le complicanze post-chirurgiche e garantire un completo ritorno alle attività quotidiane, lavorative e sportive.
Nella fase pre-operatoria, l’intervento fisioterapico è focalizzato principalmente sulla riduzione del dolore e del gonfiore, oltre che sulla protezione dell’articolazione danneggiata. Le tecniche fisioterapiche includono:
- Crioterapia: applicazione di ghiaccio o tecniche di raffreddamento per ridurre dolore ed edema.
- Immobilizzazione temporanea: utilizzo di tutori o bendaggi specifici per proteggere l’articolazione lesionata.
- Educazione del paziente: istruzioni precise sulla gestione della mano e del pollice nella vita quotidiana, per evitare ulteriori traumi o complicazioni.
La riabilitazione post-operatoria è strutturata in quattro fasi distinte, ciascuna con obiettivi terapeutici specifici:
- Fase iniziale (0-3 settimane)
- Immobilizzazione protettiva con tutore, per garantire la corretta cicatrizzazione del legamento.
- Controllo di dolore ed edema mediante tecniche di crioterapia e drenaggio linfatico manuale.
- Esercizi delicati di mobilizzazione per le articolazioni vicine (dita e polso) per prevenire rigidità articolari secondarie.
- Fase intermedia (4-6 settimane)
- Graduale introduzione di mobilizzazioni articolari passive e attive del pollice per recuperare la mobilità.
- Esercizi isometrici per avviare un rinforzo muscolare delicato senza stressare la riparazione chirurgica.
- Terapia manuale focalizzata sulla mobilità articolare e prevenzione delle aderenze cicatriziali, per assicurare un movimento fluido e indolore.
- Fase avanzata (7-12 settimane)
- Rimozione completa del tutore, permettendo maggiore libertà di movimento.
- Esercizi di rinforzo muscolare dinamico, progressivamente più intensi, utilizzando elastici e resistenze graduabili.
- Introduzione di esercizi specifici per il recupero propriocettivo e la destrezza, come afferrare oggetti di varie dimensioni e consistenze.
- Esercizi funzionali di presa e pinza, mirati a migliorare la capacità di svolgere compiti manuali precisi e sicuri.
- Fase finale (da 13 settimane in poi)
- Consolidamento della forza muscolare recuperata e ottimizzazione della capacità funzionale del pollice.
- Ripresa graduale e monitorata delle normali attività quotidiane, lavorative e sportive.
- Prosecuzione e avanzamento degli esercizi propriocettivi e funzionali per mantenere i risultati ottenuti e prevenire recidive o nuove lesioni.
Esercizi specifici consigliati
Durante l’intero percorso riabilitativo, alcuni esercizi risultano particolarmente efficaci per garantire una ripresa ottimale della funzionalità articolare e muscolare:
- Mobilizzazione articolare: esercizi passivi assistiti dal terapista e attivi eseguiti autonomamente dal paziente per aumentare progressivamente il range articolare del pollice.
- Rafforzamento muscolare: esercizi progressivi di rinforzo utilizzando elastici terapeutici, palline e altri strumenti specifici, adattando il grado di resistenza secondo la fase di guarigione.
- Esercizi propriocettivi e di destrezza: attività specifiche come pinzare piccoli oggetti, manipolare sfere morbide o rigide, e svolgere esercizi di precisione che stimolino la coordinazione e la sensibilità del pollice, facilitando il ritorno alla piena funzionalità manuale.
Prognosi e tempi di recupero Lesione di Stener
La prognosi della lesione di Stener, se trattata con tempestività e precisione, è generalmente ottima. Il completo recupero delle capacità funzionali si verifica di solito entro 3-4 mesi, consentendo al paziente di riprendere pienamente le proprie attività quotidiane e sportive senza alcuna limitazione.
Conclusioni
La lesione di Stener richiede una diagnosi tempestiva, una corretta gestione chirurgica e un percorso fisioterapico ben pianificato per assicurare risultati ottimali. La sinergia tra chirurgo e fisioterapista, unita alla partecipazione attiva del paziente, costituisce il fondamento per un recupero completo e duraturo della funzionalità del pollice.
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Bibliografia
- Beutel BG, Melamed E, Rettig ME. The Stener Lesion and Complete Ulnar Collateral Ligament Injuries of the Thumb A Review. Bull Hosp Jt Dis (2013). 2019 Mar;77(1):11-20.