coxartrosi bilaterale

Coxartrosi Bilaterale: Sintomi e Trattamento

La coxartrosi bilaterale, detta anche coxartrosi bilaterale anca, come ci racconta il dott. Stefano Diprè, fisioterapista a domicilio Milano, è una condizione degenerativa che interessa entrambe le articolazioni dell’anca. Si tratta di una forma di artrosi coxo-femorale bilaterale, cioè un progressivo deterioramento della cartilagine articolare che riveste la testa del femore e l’acetabolo del bacino. Il termine “bilaterale” indica che il processo è presente su entrambi i lati, anche se l’intensità dei sintomi può variare da un’anca all’altra. Nei referti radiografici può essere descritta come artrosi bilaterale anca, coxartrosi bilaterale del bacino o più semplicemente artrosi coxo-femorale.

Il significato di questa diagnosi è importante: non riguarda solo il singolo lato colpito, ma la biomeccanica dell’intero bacino e del passo. Per questo motivo la coxartrosi bilaterale ha un impatto più rilevante sulla qualità di vita rispetto a una forma monolaterale, perché limita contemporaneamente due articolazioni fondamentali per camminare, alzarsi, sedersi e svolgere le normali attività quotidiane.

Coxartrosi Bilaterale Sintomi: Come Riconoscerli?

I sintomi della coxartrosi bilaterale si manifestano in maniera progressiva. Il più comune è il dolore inguinale, spesso descritto come un fastidio profondo che peggiora durante la deambulazione o quando si rimane a lungo in posizione seduta. In alcuni casi il dolore si irradia al gluteo, alla coscia o addirittura al ginocchio: un fenomeno noto come dolore riferito. Questa caratteristica può rendere difficile riconoscere che l’origine del problema sia l’anca e non altre strutture.

Alla sintomatologia dolorosa si aggiunge la rigidità articolare, che rende difficile piegarsi, accavallare le gambe o infilare scarpe e calze. Con il tempo compare la limitazione funzionale: le persone riferiscono difficoltà a camminare per lunghi tratti, a salire le scale o a mantenere una buona fluidità del passo. Non di rado si osserva una zoppia antalgica, cioè una camminata irregolare per ridurre il dolore, che peggiora se entrambe le anche sono colpite.

È importante sottolineare che i sintomi non sempre sono simmetrici: una delle due anche può risultare più dolente o più rigida, ma la compromissione bilaterale obbliga comunque a rivedere l’intera gestione del carico durante il movimento.

coxartrosi bilaterale anca

Coxartrosi Bilaterale Femorale: Diagnosi e Stadiazione

La diagnosi di coxartrosi bilaterale dell’anca si basa su una combinazione di valutazione clinica ed esami radiografici. Il medico raccoglie un’anamnesi accurata (età, attività lavorativa e sportiva, traumi pregressi, patologie dell’infanzia come displasia, familiarità), localizza il dolore (inguinale, gluteo, irradiato alla coscia o al ginocchio), ne valuta l’andamento nel tempo e i fattori che lo scatenano o alleviano. All’esame obiettivo osserva il grado di rigidità mattutina, la mobilità articolare (soprattutto rotazione interna e flessione, spesso le prime a ridursi), l’andatura (zoppia antalgica) e la presenza di dolore ai test provocativi come FABER e FADIR.

Per confermare la presenza di coxartrosi bilaterale si esegue di norma una radiografia del bacino in proiezione antero-posteriore, che consente di visualizzare entrambe le anche in un’unica immagine; a volte si aggiungono proiezioni mirate dell’anca o una Lauenstein (rana) per studiare meglio il collo femorale. Sul radiogramma il radiologo descrive i segni caratteristici dell’artrosi: restringimento dello spazio articolare, sclerosi subcondrale, cisti subcondrali e osteofiti a margine acetabolare e femorale (da cui l’espressione “coxartrosi con osteofitosi”). La TC è raramente necessaria; ecografia e risonanza magnetica possono essere utili solo in casi selezionati (sospetto di lesioni del labbro acetabolare, necrosi avascolare, conflitto femoro-acetabolare o dolore sproporzionato ai reperti radiografici). Gli esami di laboratorio non sono diagnostici per l’artrosi, ma possono escludere cause infiammatorie in caso di dubbi clinici.

Spesso nei referti si legge “modesta coxartrosi bilaterale”. Questa espressione indica un quadro iniziale o lieve, in cui la degenerazione articolare è ancora contenuta. Nella classificazione radiografica di Kellgren–Lawrence corrisponde in genere ai gradi 1–2: presenza di piccoli osteofiti, sclerosi lieve e riduzione minima dello spazio articolare, senza deformità marcate. Dal punto di vista funzionale, la limitazione è modesta e i sintomi possono essere intermittenti, tipicamente peggiori dopo sforzi o alla fine della giornata.

In questi casi la terapia è principalmente conservativa, con l’obiettivo di ridurre il dolore e rallentare la progressione:

  • educazione e modifiche dello stile di vita (riduzione del peso se in eccesso, gestione dei carichi, evitare movimenti ripetitivi dolorosi);

  • fisioterapia mirata a rinforzo gluteo-medio e stabilizzatori del bacino, recupero di mobilità e controllo neuromotorio;

  • attività a basso impatto (cammino su terreno piano, cyclette, nuoto, acquagym) e uso di bastone controlaterale al lato più dolente se indicato;

  • terapia farmacologica sintomatica (paracetamolo, FANS per brevi cicli, FANS topici); in selezionati casi si considerano infiltrazioni intra-articolari di corticosteroide per riacutizzazioni dolorose;

  • eventuali ortesi/plantari per correggere dismetrie o migliorare l’allineamento.

Il monitoraggio clinico e radiografico periodico è utile per rivalutare dolore, funzione (scale come WOMAC o HOOS) e progressione dei segni radiologici. Quando i sintomi diventano persistenti, con limitazioni importanti delle attività quotidiane e fallimento delle terapie conservative, si può discutere l’opzione chirurgica (protesi totale d’anca), più tipica però dei gradi avanzati. In presenza di dolore notturno severo, febbre, improvvisa impotenza funzionale o segni neurologici/vascolari, è opportuno un inquadramento medico rapido per escludere altre cause.

Coxartrosi Bilaterale: Quando Serve la Radiografia

Il termine “coxartrosi bilaterale del bacino” si riferisce comunemente alla modalità con cui viene eseguito l’esame radiografico. La radiografia del bacino in proiezione antero-posteriore permette infatti di valutare simultaneamente entrambe le articolazioni dell’anca e la loro relazione con le strutture ossee circostanti.

Questo tipo di imaging è molto utile per confrontare i due lati e stabilire se la degenerazione è simmetrica o prevale da una parte. In presenza di coxartrosi bilaterale, la radiografia del bacino diventa quindi lo strumento diagnostico di riferimento. Tuttavia, è bene sottolineare che non serve ripetere radiografie a intervalli brevi se non cambia la gestione terapeutica. Le linee guida internazionali, come quelle del NICE, raccomandano di utilizzare l’imaging in modo mirato, solo quando le informazioni ottenute possono modificare le decisioni cliniche.

Coxartrosi Bilaterale: Trattamento Conservativo e Fisioterapia 

Il trattamento conservativo rappresenta la prima scelta nella gestione della coxartrosi bilaterale delle anche. Le principali linee guida internazionali sono concordi nell’indicare come fondamentali tre elementi: educazione del paziente, esercizio terapeutico e controllo del peso corporeo.

La fisioterapia riveste un ruolo centrale. Non si tratta di ricorrere a terapie passive o strumentali come la tecar, che non hanno dimostrato un beneficio clinico significativo a lungo termine, ma di seguire un percorso strutturato e progressivo di esercizi. L’obiettivo è migliorare la forza muscolare, la mobilità articolare, l’equilibrio e la resistenza, elementi indispensabili per mantenere l’autonomia e ridurre il dolore.

Un approccio efficace prevede un programma di 12 settimane, con sedute regolari in palestra o in ambulatorio e un rinforzo domiciliare quotidiano. Nelle prime settimane si lavora sulla mobilità dell’anca, sulla riattivazione dei glutei e degli abduttori, e sul recupero di una camminata più fluida. Successivamente si aumenta la resistenza e si introducono esercizi più complessi, come step-up, squat controllati e lavoro sull’equilibrio. Nella fase finale il programma si arricchisce di esercizi di potenziamento e di attività aerobiche a basso impatto, come cyclette, cammino veloce o nuoto.

Il dolore durante l’esercizio è tollerabile se rimane entro un livello moderato e tende a rientrare entro 24 ore. Questa regola permette di mantenere un’attività costante senza sovraccaricare l’articolazione.

La coxartrosi bilaterale altera spesso la meccanica del passo. Il fisioterapista lavora quindi sul gait training, cioè sulla rieducazione della camminata. In alcuni casi, soprattutto nelle fasi più dolorose, può essere utile l’uso del bastone, da tenere sul lato opposto all’anca più dolente, per ridurre il carico e migliorare la stabilità. Anche la scelta di calzature comode e stabili contribuisce a diminuire il dolore durante la deambulazione.

Il peso corporeo ha un ruolo determinante: perdere anche pochi chili riduce lo stress meccanico sulle anche e migliora la sintomatologia. Il paziente deve essere educato a gestire i flare-up, cioè i periodi di dolore acuto, alternando attività e riposo e modulando l’intensità degli esercizi. Un corretto bilanciamento tra carico e recupero è essenziale per garantire la continuità del trattamento.

Coxartrosi Bilaterale: Farmaci, Infiltrazioni e Quando Pensare alla Protesi?

Accanto alla fisioterapia, possono essere utilizzati farmaci antidolorifici e antinfiammatori (come i FANS) per controllare il dolore nei periodi più difficili. Il paracetamolo da solo non è più raccomandato come opzione principale, ma può essere usato in casi selezionati. In pazienti con dolore molto intenso e non controllabile, è possibile ricorrere a infiltrazioni intra-articolari di corticosteroidi, che garantiscono un sollievo temporaneo di alcune settimane.

Quando la coxartrosi bilaterale progredisce al punto da compromettere in modo significativo la qualità di vita, nonostante la fisioterapia e i farmaci, si prende in considerazione l’intervento chirurgico di protesi totale d’anca. Nelle forme bilaterali la decisione può riguardare l’intervento di un’anca alla volta o, in casi selezionati, la sostituzione di entrambe in tempi ravvicinati.

Le moderne protesi hanno un’elevata durata: studi recenti mostrano che oltre il 50% può durare 25 anni e più del 90% supera i 10–15 anni senza complicazioni rilevanti. Dopo l’intervento, la maggior parte dei pazienti recupera la capacità di camminare senza dolore entro poche settimane, tornando progressivamente a una vita attiva.

Conclusioni

La coxartrosi bilaterale delle anche è una condizione cronica che può incidere pesantemente sulla mobilità e sull’autonomia, ma oggi esistono strategie efficaci per affrontarla. Il significato della diagnosi non deve spaventare: intervenendo precocemente, soprattutto nei casi di modesta coxartrosi bilaterale, si può migliorare la qualità della vita e ritardare a lungo l’eventuale necessità di chirurgia.

La fisioterapia e l’esercizio terapeutico restano il cuore del trattamento conservativo, affiancati da un corretto stile di vita e, quando necessario, da farmaci o infiltrazioni. Solo nei casi avanzati si rende indispensabile la protesi, che oggi offre risultati eccellenti e duraturi.

Investire nella prevenzione, nel movimento e in un percorso guidato significa non solo ridurre i sintomi, ma anche mantenere la libertà di muoversi e vivere con meno limitazioni, nonostante la diagnosi di coxartrosi bilaterale del bacino.

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Bibliografia